Piano piano, molto lentamente ma inesorabilmente la Pallamano perde i suoi pezzi storici. Ieri ci ha lasciato Luigi Vignali, arbitro della mia generazione (pallamanistica). Prima di essere arbitro aveva giocato per diversi anni in una delle squadre di Rimini in serie A per poi dedicarsi ad arbitrare, a fare il commissario di campo e anche il Prof. di educazione fisica. Per noi Jumpers, giovani giocatori alle prime armi che dopo avere montato le reti, pulito la pista su cui avremmo giocato (tante volte, spalato anche la neve) e sistemato le panchine ci apprestavamo ad entrare negli spogliatoi, vedere arrivare Vignali ad arbitrare era “una gioia”. Sapere fin da subito che ti avrebbe diretto una persona che era competente, conosceva le dinamiche del gioco e, soprattutto, era educato, pacato e al tempo stesso deciso e autorevole, ci dava una serenità unica che ci portava a giocare pensando solo a quello che era il nostro dovere: pensare a giocare. Dopo la carriera di arbitro era passato a quella di Commissario di Gara (figura che attualmente sembra scomparsa ma che sarebbe bene reintrodurre velocemente) mi era capitato qualche volta di incontrarlo e, come il vino buono e genuino, non era affatto cambiato. Dopo tanti anni ci eravamo rivisti alle diverse finali nazionali femminili a cui abbiamo partecipato e ogni volta ricordavamo i tempi passati e la “pallamano sacrificio” della nostra gioventù. Mercoledì 14 marzo se n’è andato per sempre con tutta la sua umanità e coerenza. Speriamo che tra le giovani generazioni ci possano essere persone altrettanto capaci e corrette. Sarà difficile ma se la Pallamano vuole crescere non ha bisogno di personaggi altezzosi e vogliosi di essere “protagonisti” come ci capita di incontrare sempre più spesso.